La cassa dello strumento non era coesa in più punti e soprattutto il fondo era percorso da parte a parte da due grandi fenditure. Una di queste si trovava in corrispondenza di una giunta tra le due diverse tavole che compongono il fondo. Si è provveduto innanzitutto a chiudere le fenditure con due grandi filze a sezione pressoché rettangolare ( e quindi di maggior tenuta) incollate con colla d'ossa forte in lastre.
Il blocchetto di abete a sinistra della tastiera era scollato dal fondo per gran parte della sua superficie. Ugualmente il somierino portapunte era scollato dai blocchi posti lungo la fascia posteriore dello strumento. Nella zona dei bassi il fondo era scollato dalla fascia posteriore. Ognuna di queste scollature, non dovute al ritiro del legno come nel caso delle tavole del fondo, è stata reincollata riavvicinando le parti con grandi morse usando il medesimo tipo di colla citato prima.
La tavola armonica aveva diverse crepe, una fenditura la divideva in due parti ed era fortemente deformata. Il ponte risultava scollato alle due estremità.
Per riportare il piano armonico alle condizioni originarie la tavola è stata smontata. Prima sono state tolte le cornici che sono semplicemente inchiodate e in seguito è stata scollata. Durante questa operazione la tavola è stata scollata in due riprese poiché era già divisa in corrispondenza di una giunta che si era aperta. Nella zona degli acuti è presente una etichetta d'epoca che durante questa operazione poteva danneggiarsi. Per questo motivo l'etichetta è stata prima pulita e poi isolata con una velina e una resina per restauro, completamente reversibile.
Una volta scollata la tavola è stata pulita, ed è stata messa in forma per recuperare la planarità. Nella zona tra il somiere e il ponte infatti vi era una concavità di circa 15 mm. Una volta recuperata la deformazione, le due parti scollate lungo una giunta sono state rincollate. All'interno dello strumento sono state trovate due catene cadute dalla tavola e la leva di uno smorzatore.
La faccia inferiore della tavola ha delle tracciature a grafite della posizione delle catene, non tutte coincidenti con la posizione attuale di queste. In diversi punti le catene erano scollate. Tutte le incollature sono state riprese, le catene sono state rincollate, le crepe sono state chiuse e rinforzate con delle strisce di pergamena. Le estremità del ponte sono state incollate nuovamente alla tavola. A questo punto la tavola armonica è di nuovo efficiente, pronta per essere montata.
Avendo tolto la tavola è stato possibile osservare l'interno dello strumento. Il somiere era per gran parte scollato dal fondo e dalle fasce. Una volta riprese queste importanti scollature strutturali, tutta la cassa dello strumento era di nuovo coesa e pronta a sopportare il tiro delle corde.
All'interno dello strumento sono state rinvenute due scritte a grafite. La prima è in tedesco, si trova sulla fascia destra dello strumento e recita: das lieben seguita da un monogramma non leggibile. Si tratta di una forma non più in uso nel tedesco moderno e si potrebbe tradurre non con l'amore ma più esattamente con l'amare. La seconda scritta si trova sul fianco del somiere. Dopo una parola non ancora decifrata (forse indicante una località o un nome) si legge: Anno 1808 (vedi foto).
La meccanica era alterata da un serie di interventi errati operati da diverse mani nel corso degli anni. L'affondo dei tasti era regolato da un panno multicolore non omogeneo nello spessore, con nervature spesse accanto a zone sottilissime. In corrispondenza delle punte di bilanciamento vi erano ritagli molto grandi di panno nero ed anche grandi biglietti di carta piegati più volte. Alcuni martelli erano stati mal riposizionati in seguito alla rottura della pelle che li assicura al castello della meccanica. Erano stati incollati malamente con delle strisce di pelle praticando un leggero scavo sulla lista che assicura i martelli al castello. In questa occasione i martelli ( non numerati all'origine) erano stati cambiati di posizione, così che martelli troppo grandi erano in una zona acuta e viceversa.
La pelle di rivestimento dei blocchetti incollati alle leve dei martelli era molto usurata, in alcuni casi ormai assente. Ugualmente la pelli di rivestimento degli spingitori fissati alle leve dei tasti era completamente usurata. La sottilissima pelle di guarnizione dei piccoli scassi praticati al centro delle leve dei martelli aveva subito i danni causati dalla forte umidità ed era completamente incartapecorita. In molti casi impediva lo scorrimento dell'asta-guida di ferro che regola l'orientamento delle leve.
Il panno su cui poggiano i martelli era quasi completamente mangiato dalle tarme ed ugualmente lo era il panno posto sotto la zona d'appoggio delle leve dei martelli. Anche i rettangoli di tessuto nero di lana posizionati nello scasso praticato sulla coda dei tasti (e coperti superiormente di pelle scamosciata) erano per il 60% mangiati da tarme. Parte del lavoro sulla meccanica è consistito nell'integrare le porzioni di tessuto mancanti, ricalcolando e ricostruendo l'affondo dei tasti e di conseguenza la corsa dei martelli. Si è intervenuti anche sull'inclinazione degli spingitori ( sui quali negli anni diverse mani sono intervenute in modo errato) dando loro al contempo la forma originale semiellittica ormai persa per via della forte usura che aveva subito la pelle che li riveste. La scelta dei materiali in questa fase è stata fondamentale. Sono state utilizzate pelli con concia all'antica, che non avessero problemi ad assorbire la colla. La colla utilizzata è colla di pesce, la medesima che usano i restauratori di libri antichi. La scelta degli spessori delle pelli e dei tessuti di lana è stata molto importante per ricostruire il movimento che aveva in origine la meccanica, poiché uno spessore leggermente diverso, anche di un decimo di millimetro, può far sì che il martello colpisca la corda in maniera differente, restituendo un suono diverso. Questo lavoro di ricostruzione ha avuto come obiettivo individuare - nello stato di regolazione ormai degradato della meccanica - la regolazione per cui era stata progettata, muovendosi tra spessori non coerenti aggiunti successivamente, parti usurate non più servibili, regolazioni successive errate e piccole deformazioni di alcuni elementi, come le leve dei martelli.
I fori delle punte di bilanciamento si erano allargati con l'usura e il ritiro del legno, sono stati riportati alla condizione originale tramite l'incollatura di sottilissimi strati di legno di tiglio.
Gli spingitori degli smorzi sono stati puliti e restaurati. Ventuno di questi erano andati perduti. Sono stati ricostruiti i mancanti con gli stessi materiali, feltro e pelle scamosciata.
Il primo strato della pelle degli smorzatori è stato sostituito perché ormai indurito e non adatto a smorzare le corde. Alcune molle di ottone di registrazione delle leve degli smorzatori sono state sostituite perché rotte o perché avevano perso il nerbo. Sono state ricostruite a mano con ottone crudo dello stesso spessore (0.40 mm).
La pelle dei martelli non è stata sostituita.
La tastiera è stata pulita, e due coperture in osso spezzate sono state integrate (tasti si bemolle 3 e fa diesis 4).
La parte più grande del coperchio è pervenuta divisa in due parti. Probabilmente la giunta tra queste due parti si era aperta nel corso del tempo. Inoltre, posizionato il coperchio sullo strumento, a queste due parti mancava circa 6 mm, segno che in passato sono state forse piallate per poterle nuovamente giuntare. A questo punto si è scelto del legno di ciliegio con identico colore e venatura e le due parti sono state nuovamente giuntate.
Tutte le cerniere sono state disossidate e rimontate con le loro viti originali, cambiando solo quelle che erano spezzate. Le sedi delle viti delle cerniere che fissano il coperchio alla fascia posteriore dello strumento sono state restaurate riducendo fori ormai allargati o inserendo blocchetti di legno nuovo dove necessario, così da poter usare le viti originali e non viti più grandi che avrebbero causato dei problemi. La stessa operazione è stata effettuata con la sede della vite dell'asta del coperchio e in genere in tutte le sedi che si erano allargate.
Una sola delle quattro gambe di ciliegio era nelle condizioni originali. La altre tre erano state accorciate vistosamente, tanto che lo strumento non poteva avere una posizione stabile. Le parti mancanti sono state integrate con legno di ciliegio.
La vernice originale era stata in alcuni punti molto scurita da un insieme di sporco, cera, e gommalacca colorata. Questo strato è stato eliminato senza intaccare lo strato sottostante e le superfici sono state trattate con pochissime mani di gommalacca decerata e un velo di cera d'api vergine.
Le corde originali di ottone sono state recuperate mentre le corde di ferro non erano originali (vedi le impiombature o francesine di diversa mano) ed erano di diametro eccessivo. È stato fatto il calcolo dell'incordatura con la rilevazione di tutte le lunghezze vibranti e il calcolo delle tensioni per ciascuna coppia di corde. Secondo questo calcolo le corde di ottone sono risultate coerenti e sono state d'aiuto nella ricerca dei diametri delle nuove corde di ferro, unitamente a confronti con altri fortepiani a tavolo della medesima epoca.
Le due ginocchiere, indispensabili per azionare i due effetti di cui è provvisto lo strumento, il Moderatore e il Forte, sono mancanti. Tuttavia lo strumento dispone ancora di due meccanismi di ferro a molla (uno alloggiato nel blocchetto a sinistra della tastiera e l'altro in uno scasso praticato nella fascia posteriore). Le due leve delle ginocchiere sono state progettate osservando quelle di fortepiani a tavolo della medesima epoca e tipologia. Sono costruite in ciliegio.